lunedì 23 dicembre 2013

"Viviani Varietà": la Piedigrotta tropicale di Ranieri e Scaparro

Nel 1929 Raffaele Viviani, attore, commediografo, compositore e poeta originario di Castellammare di Stabia in provincia di Napoli, si mise in viaggio verso Buenos Aires sul piroscafo "Duilio" per una tournée di sei mesi in America Latina. Il grande successo d'oltreoceano gli frutterà ben venti scritture nei principali teatri italiani. Lo spettacolo diretto da Maurizio Scaparro ora in scena al Diana di Napoli sceglie di raccontare quei giorni, attraverso l'esibizione a bordo di Viviani (Massimo Ranieri) e della sua compagnia. Nel primo atto spazio alle prove e al reclutamento di nuovi artisti, nel secondo lo spettacolo vero e proprio, una festa di Piedigrotta tropicale, che onora il passaggio all'equatore del "Duilio". Gli spettatori allora furono i passeggeri che emigravano per poter sopravvivere alla crisi, oggi siamo noi in platea che viviamo un'epoca per certi aspetti simile. Più di qualcuno in sala si sentirà un po' protagonista, oltre che pubblico. Quando Nicola (Mario Zinno) prova a racimolare in platea qualche spicciolo nel cappello Viviani-Ranieri lo ammonisce, vedendo che non ne ricava una sola moneta: "Chist' stann' peggio 'e nuje".  La rappresentazione gioca a più riprese sull'analogia dei tempi di crisi del '29 e odierni, e di ciò ne giova l'immedesimazione degli spettatori e il funzionamento delle trovate comiche. Proprio l'effetto comico, divertente, buffo è il più ricercato dallo spettacolo (vedi Ranieri che interpreta una donna in "La Zucconas"), che sceglie di scendere poco nelle profondità dell'impegno sociale e politico di Viviani. Ranieri in scena sembra spiegarne anche il perché: "La gente non vuole pensare e con la poesia nun se magna". Poco spazio alle riflessioni, anche se oggi come allora c'è un forte desiderio di cambiamento, si avverte l'incertezza di un avvenire tutto da costruire. E oggi come allora sarebbe un delitto arrendersi. 

Un Massimo Ranieri brillante, completamente a suo agio nell'interpretare anche il Viviani direttore, che dà istruzioni ai suoi attori con rigore ed esige concentrazione. Un'antologia di macchiette e poesie più o meno note di Viviani, che canta la vita degli ultimi: "So' Bammenella 'e copp' 'e Quartiere", "L'Oceano", "Tarantella segreta", "Emigrante", la splendida "'O Don Nicola", "Fore 'o vascio", "'O scugnizzo", "'O guappo 'nnammurato", "'O sapunariello" e tante altre. Ben dosati i riferimenti biografici, che ci fanno addentrare ancor più nell'universo del Viviani uomo (ad esempio la mancanza di sua moglie Maria, che gli comunica via telegrafo la bocciatura del piccolo Vittorio). Lo spettacolo ci restituisce la figura di un artista infaticabile, che scrive i suoi prossimi spettacoli anche durante le prove a bordo.

In scena gli ottimi Ernesto Lama e Angela De Matteo, buona prova di recitazione e canto in acustica anche degli altri: Roberto Bani, Ivano Schiavi, Gaia Bassi, Antonio Speranza, Martina Giordano e Maurizio Vongola. Le elaborazioni musicali sono di Pasquale Scialò, i testi di Giuliano Longone Viviani, nipote del grande Raffaele. L'interno del piroscafo che affaccia sul mare è stato riprodotto mirabilmente da Lorenzo Cutuli. L'orchestra dal vivo è costituita da Ciro Cascino al pianoforte, Luigi Sigillo al contrabbasso, Donato Sensini ai fiati, Aniello Palomba alla chitarra e Mario Zinno, in veste anche di cantante e attore, alla batteria.

Cristiano Esposito
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1 commento:

  1. Mi hai convinta.,.non manchero'! Sono le canzoni che ascoltavo da bambina cantate dal mio papa' e questo mi affascina e nel contempo mi emoziona....

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